Claudio DiCostanzo

Claudio Di Costanzo nasce a Napoli il 26/10/1951, vive e opera in Legnano (MI), via Pastrengo.

Il suo impatto con la pittura avviene verso i 10 anni guardando le opere di Raffaello, Michelangelo e Leonardo, pubblicate su di una enciclopedia. Già da allora il piccolo Claudio aveva deciso di diventare un grande pittore.

Finite le scuole dell’obbligo e non avendo la possibilità di frequentare il Liceo Artistico, per le ristrettezze economiche che la morte del padre provoca alla famiglia, comincia a frequentare gli studi di prestigiosi e stimati pittori napoletani come Silvestro Tavoletta che gli svela i segreti della pittura paesaggistica e del prof. Caputo che lo avvia alla rappresentazione delle figure.

La città di Napoli è una miniera di suggerimenti artistici è il giovane Claudio sa fare tesoro di tutto ciò che vede e dei capolavori conservati in Musei e Pinacoteche. Quando comincia a partecipare alle prime mostre riesce ad ottenere subito soddisfacenti riconoscimenti dai critici locali che parlano di lui come di una futura promessa.

Anche durante il servizio militare ha modo di far conoscere le sue capacità e ben presto i suoi superiori gli affidano l’esecuzione di opere che poi vengono esposti negli spazi liberi della caserma Tiburtina di Roma dove presta il servizio militare.

Qui gli viene affidato il prestigioso incarico di affrescare l’entrata con un murales di 4x4m, rappresentando “La Breccia di Porta Pia” e diversi altri affreschi.
Finito il servizio militare, raggiunge la famiglia che nel frattempo si trasferisce Milano e in questa città Di Costanzo riesce ad inserirsi a pieno merito nel mondo artistico.

Le sue opere si impongono per una scelta cromatica vibrante ed intensa, che nasce da un discorso che l’artista fa prima di tutto con se stesso e poi trasferisce sulle cose che vede; sono paesaggi luminosi e pieni di sfolgorante carica vitale o freddi e languidi angoli di metropoli anonime i e tumultuose; sono delicate figure femminile che avanzano con passo svelto, creature o moderne divinità che incarnano speranze confuse, attese e promesse di un futuro che è alle porte, ma è già ieri , confuso in mille rivoli, in mille sensazioni.; sno barlumi di vita o esplosioni di un canto che nasce dal rimescolio di desideri profondi, di atmosfere sognate e vissute chissà dove e chissà quando.

E se lo sguardo del nostro pittore si sofferma su un “Vecchio palazzo di Tropea” e ne coglie la lussureggiante vegetazione che lo investe, e perché dentro il suo animo esplode quella voglia di bello che si fa segno sicuro e preciso, pronto a cogliere minuziosamente i segni del tempo sul muro o il vaso di coccio vicino alla porta. Ma non sono particolari superflui, perché nulla nella pittura di Claudio Di Costanzo è lasciato al caso o all’improvvisazione, ma tutto concorre a completare quella sua ricerca non banale, non uguale a tanti altri. Ogni sua opera si inserisce cosi in quella ricerca esistenziale dei mille perché della vita che lo portano a fare una “Passeggiata in Galleria” con quei personaggi senza volto, che passeggiano come un rito collettivo dall’apparenza gioiosa, ma fredda, come fredda sa essere la grande e anonima metropoli.

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Essendo socio fondatore dell’Organizzazione di categoria artistico-culturale Unire nell’Arte promuovo il valore sociale dell’arte e della cultura
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